La pasta è forse il centro dell'universo gastronomico italiano. La Divella ne produce 140 tipi, De Cecco altrettanti, Barilla una cinquantina, Buitoni oltre 60, Agnesi circa 40.
Ognuno di questi formati ha un nome, che spesso varia a seconda della regione o del produttore. Certo, gli spaghetti restano sempre spaghetti, ma i fusilli a volte si chiamano eliche; i tortiglioni (maccheroni con rigatura obliqua), diventano per alcune marche "elicoidali", mentre in Umbria li chiamano "boconotti", che invece in gran parte dell'Italia meridionale sono dolcetti ripieni di crema, o cioccolato, mandorle, marmellata, ecc. Golosità che però non vorrebbero unirsi mai neanche al migliore dei ragout!
Nella categoria "pasta lunga all'uovo" abbiamo (in ordine decrescente di larghezza) pappardelle, fettucce, fettuccine, lasagnette, tagliatelle, tagliolini e taglierini.
Differenti nomi che nascondono solo un infinito amore per la pasta, quella buona, italiana, di grano duro.
Scrive Vincenzo Buonassisi ("Piccolo Codice della Pasta", Rizzoli, Milano 1973, p. 5)
La pastasciutta è una specie di universo gastronomico. La pasta va d'accordo con qualsiasi altro commestibile vegetale e animale, in tutte le combinazioni. Associazioni, armonie gastronomiche che sono ancora da esplorare fino in fondo.